Dollaro forte incontra Bitcoin forte
Mentre bitcoin supera brevemente gli 86.000 dollari, persiste una dissonanza: il dollaro statunitense rimane forte. Questa forza, solitamente sfavorevole agli asset rischiosi, non ha ostacolato lo slancio rialzista di BTC. È un vero segnale di ripresa o solo un rimbalzo tecnico che maschera debolezze sottostanti?
In breve
- Bitcoin supera nuovamente gli 86.000 dollari nonostante un contesto macroeconomico teso.
- Questo rimbalzo sorprende mentre il dollaro USA raggiunge il massimo da sei mesi, spinto da dati sull’occupazione ben superiori alle aspettative.
- La reazione del mercato si basa sulle speranze di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, anche se i segnali della Fed restano divisi.
- Dietro l’apparente euforia, debolezze strutturali potrebbero minacciare la tendenza rialzista di Bitcoin.
Rimbalzo di Bitcoin: un supporto inaspettato dal dollaro?
Bitcoin ha iniziato la settimana con una nota rialzista, risalendo sopra gli 86.000 dollari dopo un brusco calo venerdì a 80.600 dollari, il livello più basso da aprile.
Questo rimbalzo avviene in un particolare contesto macroeconomico, poiché i dati pubblicati il 20 novembre riguardanti l’occupazione negli Stati Uniti hanno sorpreso i mercati, che hanno reagito rapidamente sia nelle valute tradizionali che nelle criptovalute.
Ecco gli elementi fattuali che hanno innescato questa ripresa:
- Il rapporto sui salari non agricoli (NFP) ha mostrato 119.000 nuovi posti di lavoro contro i 53.000 previsti, un dato più che doppio rispetto alle stime;
- Questa performance ha contribuito a spingere il Dollar Index (DXY) sopra quota 100, raggiungendo il massimo da sei mesi;
- Nonostante questa forza del dollaro, solitamente un segnale negativo per gli asset rischiosi, BTC è rimbalzato con forza;
- Il presidente della New York Fed, John Williams, ha comunque introdotto una nota più accomodante, affermando che “la debolezza del mercato del lavoro oggi rappresenta un rischio maggiore rispetto all’inflazione”.
Un altro fattore che sostiene il sentiment di mercato riguarda le aspettative di politica monetaria. Il discorso di Williams ha modificato le aspettative degli investitori. Secondo CME Group, la probabilità di un taglio dei tassi dello 0,25% a dicembre è balzata al 78,9%, rispetto al 44% di una settimana prima.
Questo cambiamento di percezione ha favorito brevemente gli asset rischiosi, incluso bitcoin. Tuttavia, all’interno della Fed persistono voci discordanti. Susan Collins, presidente della Boston Fed, ha indicato di rimanere indecisa sulle prossime decisioni, illustrando le tensioni interne sul calendario monetario.
Un rally ingannevole? Segnali tecnici di una trappola rialzista
Sebbene la salita di bitcoin abbia temporaneamente migliorato il sentiment di mercato, alcuni analisti mettono in guardia contro un’illusione rialzista alimentata dalla relativa debolezza del dollaro piuttosto che da una ripresa basata su fondamentali solidi.
Tra questi, Tony Severino, analista tecnico, ritiene che l’ultimo picco di BTC raggiunto in ottobre contro il dollaro possa corrispondere a un “B-wave rally” in una sequenza correttiva di Elliott.
Per sostenere la sua analisi, Severino si riferisce al rapporto BTC/Oro, che mostra una tendenza al ribasso nonostante il rimbalzo di bitcoin contro il dollaro. Questa sottoperformance strutturale rispetto all’oro rifletterebbe una debolezza latente nel mercato BTC.
Secondo le sue proiezioni, questo rapporto entrerebbe in una fase correttiva che potrebbe durare fino a dicembre o gennaio 2026, coerentemente con il ciclo di halving di bitcoin. Questi segnali tecnici suggeriscono quindi che il rimbalzo attuale potrebbe mascherare una fase di distribuzione, o addirittura precedere un’inversione di tendenza più duratura.
Nonostante il suo rimbalzo sopra gli 86.000 dollari, il prezzo di bitcoin rimane soggetto a incertezze macroeconomiche. Tra dati contraddittori e segnali tecnici fragili, tra gli analisti prevale la cautela.
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