Bitcoin scende sotto i livelli di costo base degli ETF

Bitcoin ha appena raggiunto 86.000 dollari, una soglia cruciale che pone l’asset al centro di un’area definita “max pain” da diversi analisti. In un clima di tensione monetaria, questo calo alimenta i timori di una capitolazione istituzionale imminente.

Bitcoin tra 84.000 e 73.000 dollari: una zona di massima tensione

La recente correzione di Bitcoin fino a 86.000 dollari lo avvicina pericolosamente a quella che alcuni analisti definiscono una zona di “max pain”.

Per André Dragosch, responsabile della ricerca presso Bitwise Europe, questa zona cruciale si trova tra 84.000 dollari, il costo medio di acquisizione dell’ETF di BlackRock (IBIT), e 73.000 dollari, quello della tesoreria Bitcoin di Strategy.

“La zona di max pain si trova tra due livelli medi di costo di acquisizione del capitale: ‘84.000 dollari per IBIT, l’ETF di BlackRock, e circa 73.000 dollari per Strategy’, ha spiegato.

Questi livelli tecnici chiave comportano un rischio maggiore di vendite massicce se il mercato dovesse continuare a scendere. Ecco i punti principali da ricordare su questa zona critica:

• 84.000 dollari: livello medio di acquisto dello iShares Bitcoin Trust (IBIT), l’ETF di BlackRock. Avvicinandosi a questa soglia, gli investitori istituzionali iniziano a riconsiderare le proprie posizioni, aumentando il rischio di massicci riacquisti;

• 73.000 dollari: il prezzo medio di acquisizione della tesoreria Bitcoin di Strategy, una società fortemente esposta alla volatilità di BTC. Se questa soglia venisse raggiunta, potrebbe aumentare la pressione sul titolo e sul mercato;

• Dragosch ritiene che un minimo ciclico potrebbe materializzarsi in questa zona, indicando una sorta di pulizia forzata delle posizioni eccessivamente ottimistiche;

• L’ingresso in questo intervallo potrebbe peggiorare la nervosità dei detentori di ETF e innescare una spirale di liquidazioni, o disimpegni tipici dei periodi di capitolazione.

Questa “max pain zone” riflette una sorta di soglia psicologica per i principali attori di mercato. Se venisse superata in modo sostenibile, potrebbe segnare un minimo tecnico ma anche mettere alla prova la resilienza della domanda istituzionale. Per ora, il mercato si muove sul filo di questa zona in un’atmosfera di estrema tensione.

Una congiunzione preoccupante

Mentre la tensione intorno ai livelli tecnici è palpabile, essa è aggravata da segnali preoccupanti sul fronte dei flussi di capitale.

Lo iShares Bitcoin Trust (IBIT), un ETF lanciato da BlackRock, ha registrato martedì scorso la sua peggior giornata di deflussi netti, con prelievi per 523 milioni di dollari. Questo movimento si inserisce in una tendenza generale: i deflussi cumulativi da tutti gli ETF spot su Bitcoin hanno raggiunto 3.3 miliardi di dollari in un mese, circa il 3,5% del totale degli asset in gestione.

Questa dinamica è aggravata dalla situazione di Strategy, il cui valore patrimoniale netto (NAV) è sceso sotto 1. In altre parole, il mercato ora valuta le sue azioni al di sotto del valore di bitcoin che rappresentano, segnalando una marcata sfiducia e un progressivo prosciugamento della liquidità.

A ciò si aggiunge l’incertezza macroeconomica. Dopo che uno shutdown governativo ha ritardato i dati chiave sull’occupazione, la prossima riunione del FOMC a dicembre sarà decisiva. Così, la probabilità di un taglio dei tassi è scesa al 41,8%, lasciando il rischio di uno status quo monetario che potrebbe prolungare la tensione sui mercati rischiosi.

In un simile contesto, le prospettive a breve termine per bitcoin restano vincolate dalle condizioni di mercato. Se la liquidità rimane limitata, la traiettoria di BTC potrebbe oscillare tra 60.000 e 80.000 dollari fino alla fine dell’anno. Tuttavia, stanno emergendo alcuni segnali contrari: le riserve di stablecoin sugli exchange raggiungono un massimo storico di 72 miliardi di dollari, un livello storicamente associato all’inizio di forti recuperi rialzisti.